Non è certo un caso se gli studiosi concordano nel far risalire l'etimologia di Diso a «desìo» ovvero al desiderio di abitarci. Nella piccola cittadina a 46 km di distanza da Lecce i Messapi prima gli ordini monastici poi e infine la nobiltà locale contribuirono a delinearne il volto e la storia. Infilandosi nel caratteristico centro storico emergono anche gli stili architettonici che caratterizzano il piccolo centro come la Chiesa Matrice dalla facciata settecentesca con all'interno un' epigrafe che ne riconduce l'origine al 1003 o la Chiesa dell'Immacolata che oltre la semplicità della sua facciata custodisce diverse statue tra le quali quella della Madonna dell'Uragano molto venerata anche nella vicina Cocumola. Patrono di Diso sono i Santi Filippo e Giacomo a cui è dedicata una grande festa tra aprile e maggio dominata dalle mirabolanti e imponenti luminarie architetture di luce che trasformano il volto del paese. Su piazza Sant'Oronzo si affacciano la colonna e l'omonima cappella intitolati al martire leccese mentre bisogna uscire dal paese per ammirare il particolare menhir Vardare a forma di tau che prende il nome dalla località in cui si trova.