Un passo indietro è necessario per vedere il Gargano con l' occhio della storia.
Studi recenti e sempre più perfezionati attestano che l'uomo abitò il Gargano già in epoca remota.
I graffiti di Grotta Paglicci, la suggestione della necropoli di Merinum nei pressi di Vieste, i Santuari della "Via Sacra Longobardorum" (S.Maria di Stignano, S.Matteo, la tomba di Padre Pio, la Grotta e il santuario
di San Michele alla spettacolare e austera S. Maria Maggiore di Siponto, alle torri costiere di avvistamento.
Molti sono gli insediamenti preistorici in grotte, caverne, anfratti.
L'uomo del Gargano, con il passare dei secoli imparò ad allevare gli animali e si trasformò da cacciatore in pastore.
Il sito di Coppa Nevigata, vicino Manfredonia, costituisce un documento importante per capire l'evoluzione dell' uomo garganico
da cacciatore a pastore. Stesso discorso vale per la "grotta Paglicci", nei pressi di Rignano Garganico.
Nuclei e siti preistorici, inoltre sono documentati sui laghi di Lesina, Varano, e Sant'Egidio (vicino San Giovanni Rotondo) e comunque su tutto il Gargano. Da Carpino a Vieste, da Rodi Garganico a Mattinata, da Peschici a Sannicandro.
La più importante testimonianza, però, la troviamo documentata da un complesso di grotte, caverne e meandri, nei pressi di Manfredonia, a "grotta Scaloria".
Nel passaggio dell'età della pietra e
quella del ferro (primo millennio avanti Cristo) avvengono sul promontorio
importanti mutamenti e i "siti" vengono frequentati e umanizzati da popoli
provenienti dall' Illiria., e saranno i Dauni, a preparare una nuova e splendida civiltà che in seguito avrà anche caratteristiche elleniche.
L'arrivo dei Romani su Gargano (IV - III secolo avanti Cristo) coincise con l'interruzione dei rapporti con centri greci della pianura.
Nuove divinità presero posto, altre rimasero. Zeus divenne Giove ed Hestia, la dea del focolare, divenne Vesta.
In maniera prepotente si impone il culto di
Giano, dal volto bifronte, simbolo dell'inizio e della fine di ogni cosa, del
passato e del futuro.